| Detto fatto^_^ Allora, breve introduzione: Sono davvero brevissime, ma spero cmq che vi piacciano....sono fuori allenamento da un po', spero di non aver scritto degli obrobri XD A voi la parola!!
1. True… Vero… Non capisci ciò che è davvero importante, finchè non lo perdi. Vero... I raggi del tramonto fanno riaffiorare la tristezza nel cuore di chi è ferito. Vero... Sai di essere solo di fronte a un destino che non ti appartiene... Mikage se n’è andato, ha sacrificato sé stesso per proteggere chi invece non ha mai capito il grande valore lui avesse nella sua vita...io. Io che ho sempre mostrato di evitarlo, ma che cercavo e avvertivo la sua presenza intorno a me, ossigeno con cui potevo sopravvivere e non affogare nei pregiudizi e nella valanga costante di insulti che ogni giorno si riversavano su di me. Un fiume in piena inarrestabile ed inevitabile... Ha rischiato il suo onore, stando accanto a me ogni giorno. Ha rischiato la vita, venendomi a cercare, ribellandosi a colui che, malgrado tutto, non vuole che uccida.... Una morte che pesa su di me.... Eppure so che non è scomparso...è ancora accanto a me ogni giorno....sta guardando con me il tramonto dalla mia spalla... Lui è qui...solo che non può saperlo ne rendersene conto, non può ricordarlo più ormai... Non rivedrò mai più il suo sorriso, non ascolterò più le sue parole d’amicizia, non potrò più parlargli come ho fatto negli ultimi suoi dolorosi momenti. Sono solo. Nessuno con cui affrontare le nuove prove che mi si pongono innanzi. Nessuno che possa comprendere. Nessuno che possa riscaldare il gelo che mi avvolge. Nessuno.... “Ma sei matto? Non hai freddo? Guarda che se non passo l’esame perché ti ammali...” “Ora rientro...” Certo, l’esame. Dopotutto a lui interessava solo questo, no? “Senti...io lo so che non posso capire come ti senti, ma devi smetterla. Lo sai che non è colpa tua, è inutile che cerchi di convincerti del contrario...non hai nulla da espiare.” Rimasi spiazzato da quelle parole. Venivano da qualcuno che non avrei mai pensato potesse minimamente interessarsi a come mi sentissi. Non mi voltai a incrociare quegli occhi viola. Se l’avessi fatto sapevo che le lacrime avrebbero cominciato a scendere, inesorabili e amare... Sussultai quando calde braccia mi cinsero in modo protettivo...cominciai a tremare, sapevo che di li ha poco non avrei più potuto trattenere i miei occhi... “Sfogati.” Udii in un sussurro. “Starò qui in silenzio, non cercherò di consolarti. Però vorrei che ti ricordassi che qualcuno su cui contare ce l’hai ancora, se lo vuoi.” La luce rossa del sole morente giungeva sfuocata attraverso il velo di dolore che sgorgava dai miei occhi.... Lasciai che l’abbraccio di Hakuren mi cullasse, lavasse via tutto ciò che avevo represso in quei giorni... Dopotutto...forse non ero solo di fronte al mio destino. Forse avevo qualcuno che mi potesse comprendere. Forse il gelo che mi attanagliava dalla morte di Mikage poteva essere sciolto... Le lacrime continuarono a scendere...e il sole con esse...
2. Stranezze Strano. Così aveva sentito. Aveva sopportato di tutto da quel pervertito del suo collega, ma che si mettesse a spettegolare con Labrador su di lui, appioppandogli appellativi privi di fondamento rasentava i limiti della sua pur elevata pazienza. Cosa mai poteva aver fatto di così bizzarro da destare l’attenzione di quella portinaia travestita da vescovo?! Si...forse aveva commesso qualche errore nella costruzione di una delle sue ultime bambole...ma a tutti può capitare di dimenticare una o due braccia no? Semplici errori dovuti al troppo lavoro. Certo, ieri si era incantato, per non dire addormentato, fissando una vetrata della chiesa durante la messa. Semplice mancanza di sonno, tutto qui. Anche i migliori avevano momenti di crisi dopotutto, inoltre da quando quel ragazzino era piombato, letteralmente, nelle loro vite, i kor non davano tregua e loro si ritrovavano col doppio del lavoro usuale. Decisamente, era solo stanchezza. Ma allora perché si sentiva così irritato dalle parole di Frau? Quel pomeriggio stava per entrare nella camera di Labrador per chiedere delucidazioni su...mah, nemmeno se lo ricordava più, quando, poco prima di girare la maniglia, aveva udito distintamente la voce di Frau. Era raro che quel biondo depravato si privasse delle sue ore pomeridiane di “lettura”, tanto più per andare a scomodare Labrador. Cosa mai avevano da dirsi? Un vescovo non si sarebbe mai messo ad origliare e lui stava ponderando l’idea di passare più tardi, quando... “No, dico, ma l’hai visto? Castor che si addormenta durante la messa? Non vorrà fregarmi il monopolio dei pisolini liturgici?” Risata sarcastica. “Frau” Era la voce di Labrador. “Non dovresti prenderla così alla leggera. Sappiamo quanto Castor sia integerrimo nel suo lavoro e queste sue ultime....particolarità..” “Diciamo stranezze!” “...stranezze, o in qualsiasi modo tu le voglia chiamare, non sono da lui. Forse ha qualche problema di cui non vuole parlarci, magari è preoccupato per qualcosa...forse dovremmo...” “Ma per favore! Secondo me a forza di starsene a costruire bambole gli si sta fondendo qualche neurone. Se si immergesse in qualche lettura costruttiva, come fa il sottoscritto, vedresti come si riprenderebbe. Vedi come sono sempre fresco e riposato?” “Tu sei riposato perché dormi durante le messe, nessuna esclusa.” Ribatte Labrador ridendo sommessamente. “Dettagli. Ma resto dell’idea che sia il troppo amore per quelle bambole a....” Pausa. “E se invece....si fosse innamorato?” “Delle sue creazioni? Ma questo già lo sappiamo..” “No, intendo nel vero senso del termine.” “Ma, non saprei...” A quel punto se n’era andato, livido di irritazione, anche se nemmeno lui sapeva il perché. Eppure la risposta ai suoi problemi era così ovvia, se solo si fosse fermato un momento a riflettere. Camminava per il porticato della piazza centrale, diretto verso la sua camera, mentre pensava a tutto questo. Il sole stava lentamente calando dietro le guglie dell’imponente cattedrale, illuminando i marmi di una luce aranciata e soffusa...una melodia dolce e malinconica riempiva l’aria, quasi a salutare la morte del giorno, augurandosi la sua rinascita l’indomani.... Da dove proveniva quella musica? La sua anima sussultava a quel suono, una morsa gli attanagliava lo stomaco, un dolore dolce, bellissimo, eppure così tremendo... Poi la vide. Appoggiata alla vasca centrale, illuminata dal tramonto che rifrangeva in mille arcobaleni le minute gocce d’acqua sulla sua pelle, Razette cantava. Bellissima in quella luce che lentamente si tingeva di rosso, non si accorse della sua presenza. Era pietrificato, come se ogni suo pensiero fosse stato annullato improvvisamente. Immane fu la fatica nel proseguire il tragitto, quasi quanto l’irritazione che lentamente montava dentro di lui. C’era solo una cosa che odiava più di Verloren stesso. Dar ragione a Frau.
3. Dannazione. Perché piango? Un dio della morte dovrebbe essere abituato ad essa. È il mio destino, la strada che devo percorrere...e non ho scelta. Ma allora perché, perché non riesco ad arginare il dolore, perché continua a devastarmi, così forte, acuto... Quel bamboccio dietro di me continua a cantare il Requiem...più lui canta, peggio mi sento... E dire che è davvero pessimo come esecutore. Forse ciò che davvero mi ferisce è il sole che lentamente sparisce, lasciando posto all’oscurità, la stessa che ora alberga nel mio cuore.....il sole cala, la sua luce mi abbandona....proprio come hai fatto tu... Sichel, lo spirito che falcia...ma l’unica cosa che non riesco a falciare dalla mia vita è la tua perdita.....
Si lo so, due su tre sono deprimenti, chiedo perdono =.="
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